parliamo di MIFID II

14.03.2019

Oggi parliamo di MIFID II.

Probabilmente alcuni non l'hanno mai sentita nominare, ma è un qualcosa di molto positivo per tutti noi risparmiatori. E' una direttiva europea che è entrata in vigore il 3 gennaio 2018 in tutta l'Unione e che, insieme alla MiFIR o Markets in financial instruments regulation ha preso il posto della precedente regolamentazione europea. Il suo scopo è quello di rafforzare la protezione a tutela dell'investitore, obbligando banche ed intermediari finanziari ad applicare la massima trasparenza nei rapporti con il cliente. Ogni stato membro attraverso i suoi organismi di sorveglianza (in Italia abbiamo la Banca d'Italia e la Consob) avrà l'obbligo di verificare e controllare che i requisiti e le prescrizioni vengano applicate con la massima trasparenza. Sono infatti previste varie disposizioni che, in quanto ispirate al dovere di agire nel miglior interesse del cliente, garantiscono una corretta informazione per gli investitori, si occupano dei potenziali conflitti di interesse tra le parti e richiedono un'adeguata profilatura del risparmiatore.
La prima scadenza in cui si vedrà applicata la nuova direttiva è quella del 31 marzo, data in cui gli intermediari e le banche invieranno i primi resoconti contabili soggetti a Mifid II. Vi invito a leggerli con attenzione, perché in questa rendicontazione dovrebbero emergere i dati relativi ai costi sostenuti dai clienti, fino ad oggi spesso poco chiari o mascherati. Emergeranno pertanto le situazioni di conflitto di interessi con i relativi costi sostenuti dai risparmiatori e non sempre facilmente giustificabili, per l'acquisto di strumenti finanziari raccomandati dalle banche stesse.

ESMA (Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati) ha verificato tra l'altro che l'Italia è il paese in cui, nel decennio 2008-2017, i costi applicati agli strumenti finanziari sono stati in media più alti del 13% rispetto alla media europea.

Perché ho voluto parlarvi molto sommariamente di questa direttiva così importante...

Primo..perchè finalmente il risparmiatore toccherà con mano quanto gli è costato e costerà l'investimento in termini reali e quindi avrà tutte le informazioni per comprendere se gli conviene oppure no.

Secondo...poiché la struttura delle commissioni di mercato sarà chiara e fissa, il cliente prima o poi si indirizzerà verso le realtà meno costose.

Terzo....perchè posso tranquillamente dire che la banca con cui collaboro ha già da tempo introdotto un sistema di commissioni trasparente che prevede (su proposta del consulente e accettazione del cliente) il pagamento delle commissioni sulla gestione del portafoglio, stabilite a priori, e prevedono la massima trasparenza e non variano (salvo quanto concordato sempre col cliente a priori).

Quarto ... least but not last.... poichè la valutazione di adeguatezza effettuata sul cliente prima di iniziare un rapporto, dovrà avvenire in relazione all'intero pacchetto. Il mio ruolo di consulente finanziario ne esce così valorizzato, perché i risparmiatori avranno una persona di riferimento che assicurerà più trasparenza e professionalità prima e dopo la sottoscrizione dei prodotti finanziari.

Concludo questo post che spero sia stato interessante per voi, sottolineando l'importanza del ruolo del consulente che deve analizzare il comportamento psicologico dell'investitore e scegliere la strategia più appropriata per quel particolare risparmiatore.

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