Parliamo ancora di trasparenza?

16.05.2019

Mi riallaccio al mio precedente articolo sulla MIFID 2 che per alcuni continua ad essere solo un acronimo, ma questa sigla raccoglie in sé i principi fondamentali della trasparenza che consulenti ed istituti di credito devono obbligatoriamente tenere verso i propri clienti.

Perché ci tengo tanto a questa normativa? Perché effettuando continuamente le valutazioni su portafogli in essere dei clienti (con altri istituti/assicurazioni), continuo a verificare quanto la scarsa formazione finanziaria dei risparmiatori permetta l'applicazione di norme di difficile comprensione, volutamente scritte in modo da poter essere fraintesi, a discapito del risparmiatore stesso.

Se questa cosa da una parte gioca a mio favore, perché una volta che il cliente/risparmiatore comprende la sua situazione reale (che molto spesso non è quella che gli hanno fatto credere in sede di stipula contrattuale), a breve decide di affidarsi a prodotti con condizioni chiare supportati da una  consulenza di sicuro più corretta (perdonatemi il termine)...dall'altra mi irrita, proprio perché la scorrettezza è lungi dalla mia etica personale e professionale.

Ricordo brevemente cos'è questa norma tanto temuta da coloro che sul "non detto" hanno fatto la loro fortuna. La MiFID 2 (Markets in Financial Instruments Directive), direttiva europea per i servizi e i mercati finanziari è la disciplina europea a tutela del risparmiatore che impone agli investitori istituzionali (banche, società di intermediazione e altre istituzioni finanziarie) una serie di obblighi in termini di trasparenza, chiarezza, comprensibilità e adeguatezza dei servizi offerti alla clientela.

Già nel 2007 la prima Mifid aveva segnato un punto di svolta nel settore bancario e degli investimenti finanziari: se si considera che per redigere questa seconda versione ci sono voluti 7 anni, si ha immediata percezione di quanto complessa sia la regolamentazione e quanto questa impatti nel contesto dei mercati finanziari. Da gennaio 2018, infatti, gli addetti ai lavori hanno dovuto adeguare le procedure, i sistemi informatici e la tecnologia, formare il personale e rivedere le modalità e i contenuti delle comunicazioni ai clienti. Una vera rivoluzione insomma, con una serie di misure "a carico" degli operatori del settore e "a favore" dei risparmiatori.

Le principali novità riguardano i seguenti punti:

  • la compilazione del nuovo Questionario di profilazione della clientela.
  • non si parla più di vendita di prodotti e servizi di investimento, ma di consulenza. Il consulente che ci raccomanda una nuova operazione di investimento, deve essere iscritto all'Albo dei Consulenti Finanziari (OCF) e, per i nuovi iscritti, è richiesto un titolo di studio in materie economiche.
  • i collocatori sono tenuti a valutare l'adeguatezza dell'operazione rispetto alle esigenze del cliente, la sua conoscenza degli strumenti finanziari, il tempo che ha a disposizione, la sua tolleranza al rischio e, cosa molto importante, sono sempre più responsabili per il loro operato di fronte alla legge e sottoposti a maggiori controlli da parte delle Autorità di Controllo e di Vigilanza;
  • si rafforza l'obbligo di chiarezza e trasparenza delle comunicazioni specialmente in riferimento ai costi per il risparmiatore. Questi non dovranno più essere espressi solo in termini percentuali ma, al contrario, in valore assoluto (in euro per intenderci), sia nella loro totalità che declinati nelle varie voci che lo compongono (ad es. costi ricorrenti, costi una tantum, commissioni di gestione, compensi alla Banca ecc.).

E' proprio questo ultimo punto che riveste fondamentale importanza: per essere ancora più chiari, se un cliente sottoscrive prodotti e servizi finanziari per un controvalore totale di € 20.000 e per questo deve pagare un costo una tantum del 2% e un costo ricorrente dello 0,5%, il nuovo Report Costi dovrà evidenziare in maniera chiara che il cliente ha pagato un totale di 500 euro di costi.

Il primo Report Costi conforme alla Normativa Mifid 2 era previsto per la fine di marzo 2019 (consuntivo degli investimenti del 2018), ma le principali Associazioni di categoria del sistema Bancario/Finanziario, hanno chiesto una deroga poiché molti Gruppi Bancari non erano ancora pronti ad assolvere a questo obbligo normativo. E proroga è stata.. anche se la Consob ha parallelamente invitato Banche e Operatori di Settore ad adeguarsi in tempi brevi, si spera entro maggio-giugno 2019.

Ecco perché la speranza è che questa "rivoluzione" accada veramente e che non sia un'altra occasione per rimescolare o occultare strategicamente i costi applicati alla clientela, secondo una cattiva abitudine tutta italiana! Informazioni chiare e trasparenti sono un diritto dei risparmiatori e un bene per la reputazione dell'intero sistema bancario/finanziario del Paese.

Da ultimo voglio ricordare che il Consulente Finanziario è un esperto finanziario, supportato da altri esperti, che non solo pianifica con il cliente il proprio portafoglio in funzione dei vari parametri più congeniali al cliente stesso, ma tiene sotto controllo costantemente la situazione che in fasi di estrema volatilità del mercato potrebbe portare il cliente a scelte affrettate generate da paura (spesso immotivata), permettendo al risparmiatore di dormire sonni tranquilli..

Tutti i diritti riservati 2019
Creato con Webnode
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia